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Scuola “Figlia della società”. Le disposizioni del ministro Valditara

Poniamo attenzione monitorando

di Renzo Gherardi

Una delle novità più forti simbolicamente introdotta da quest’anno scolastico riguarda

Il voto in condotta: con un 5 in condotta si è automaticamente bocciati: Questa disposizione si presta forse più di tutte le altre a visioni contrapposte. Da un lato coloro che la denunciano come un richiamo ad un passato autoritario.

All’opposto invece vi sono i proponenti e i sostenitori che la vedono come una delle misure necessarie per affrontare le difficoltà che gli insegnanti incontrano nei confronti di studenti e genitori.

Sequestro del telefono cellulare all’ingresso in aula. Anche questa disposizione se vista ideologicamente può venire interpretata come un gesto punitivo e limitante delle libertà individuali, oltre che una chiusura verso uno strumento duttile e diffusissimo. Altri invece, all’opposto, lo vedono come un ostacolo al sorgere di una conoscenza critica attraverso un apprendimento faticoso che di fatto viene impedito dalla facilità dell’uso anche a scuola del cellulare.

Poesie da imparare a memoria. Ancora di più che per le altre due novità, per la reintroduzione delle poesie da imparare a memoria si è parlato di un ritorno al passato, privo di reali implicazioni pedagogico-didattiche. Il ministro che ripropone questa modalità parla invece di un necessario esercizio che favorisce l’allenamento cognitivo e l’uso della memoria.

Da parte nostra ricordiamo che ogni governo che si insedia prima o poi introduce la propria riforma della scuola e annotiamo ulteriormente che la più riformata da sempre è stata la scuola elementare.

Quanto alle misure considerate dalla presente riforma si può osservare che esse difficilmente cambieranno davvero la scuola in quanto non introducono modifiche sostanziali all’organizzazione scolastica, ai metodi pedagogici e a quanto la ricerca didattica ha innovato in questi anni.

Si deve fra l’altro ricordare che la scuola è “figlia della società” e che alcune storture presenti in essa si riflettono sulla scuola.

Inoltre nel giudicare una riforma si fatica a separare la scienza (pedagogica) dall’ideologia quando si parla di scuola.

In ogni caso un buon metro di giudizio per valutare la riforma circa i tre punti che abbiamo enunciato, può essere l’analisi dei risultati. Se concorreranno a formare degli studenti più consapevoli del valore dell’istruzione e della formazione, e quindi dei cittadini migliori, essi andranno considerati positivi.

Se al contrario saranno utilizzati come tentativo di ritorno a un passato più autoritario, dove l’ordine e la disciplina prevarranno sulla formazione di cittadini responsabili, essi andranno considerati negativamente.

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