L’otto per le donne. Ottanta anni per UDI e CIF a Carpi
Occasione per riflettere e interrogarsi

Domenica 26 ottobre si è conclusa la mostra “L’otto per le donne. 80 anni di UDI e CIF di Carpi, nei manifesti dell’8 marzo”. L’evento, che ha registrato numerose presenze, ha offerto alla cittadinanza un’occasione per interrogarsi, informarsi e comprendere quanta strada sia stata fatta in ottant’anni di impegno per l’emancipazione femminile.
La collaborazione tra UDI e CIF si è dimostrata vincente: l’unione delle due sensibilità ha permesso di promuovere la condizione della donna a 360 gradi. L’UDI è maggiormente orientato a favorire la presenza femminile in politica e nel mondo del lavoro, mentre il CIF pone l’accento sulla promozione delle politiche familiari e socio-assistenziali. A mio avviso, questo approccio è stato intelligente e saggio, perché una vera emancipazione dal ruolo tradizionale richiede che la sfera pubblica e privata siano in equilibrio e si sostengano a vicenda.

Un esempio concreto è la creazione degli asili nido, che ha permesso alle madri di lavorare, ottenere un reddito e liberarsi dalla dipendenza economica maschile. Per comprendere appieno la portata dei risultati ottenuti dalla lotta di queste intrepide donne, invito a documentarsi sulle leggi che, dal 1945 a oggi, sono state abrogate o emanate per rendere la vita delle donne meno vincolata alla cultura patriarcale.
Nell’intervista rilasciata da Caterina Liotti del Centro documentazione donna di Modena, Anna Gelli del CIF di Carpi e Sara Guglielmino dell’UDI di Carpi alla rubrica “Detto tra noi” della rete televisiva TRC il 16 ottobre 2025, oltre a raccontare la storia dei due movimenti e i contenuti della mostra, hanno menzionato alcune leggi emblematiche per definire il ruolo subalterno e dipendente a cui le donne erano costrette ancora nel dopoguerra.

Ascoltare e confrontarsi con le associate di questi movimenti femminili è stimolante, perché permette di prendere consapevolezza dei diritti acquisiti e di non dare per scontato ciò che le donne hanno conquistato con anni di lotta. Per continuare a mantenerli, è necessario non abbassare la guardia e far sì che ogni donna contribuisca attivamente nella propria realtà, procedendo a testa alta, consapevole del proprio valore e dei propri diritti.
L’impegno e i risultati raggiunti sono notevoli, ma non sarebbero stati possibili se una parte dell’altra metà del cielo non avesse scelto di emanciparsi dalla cultura patriarcale e maschilista. I cambiamenti sociali si realizzano solo quando vengono accettati da tutti i membri della società.

Tanta stima e ammirazione a quei maschi che hanno deciso di diventare uomini.
Secondo un noto storico italiano, oggi alcuni paesi stanno vivendo un “esperimento sociale” unico nella storia dell’umanità: l’eliminazione dei ruoli. Per millenni, il ruolo sociale ha vincolato maschi e femmine a compiti ben definiti, contribuendo all’equilibrio e alla stabilità della società, ma senza valorizzare le capacità individuali, soprattutto quelle delle donne. La promessa di questo esperimento è di valorizzare le attitudini naturali per rendere ciascuno più libero e felice, e in parte questo si è realizzato, ma nonostante che, molti uomini siano favorevoli all’abolizione dei ruoli e, formalmente, alle donne non sia precluso alcun ruolo di prestigio, permangono ancora significative disparità di carriera, stipendio e accesso a posizioni di potere. Sarebbe interessante fare uno studio per capirne le ragioni.

Il rapporto tra donne e uomini è un tema vasto e affascinante, che attraversa tutta la vita delle persone e può essere analizzato da molteplici punti di vista: storico, biologico, sociale, psicologico, religioso ecc.
All’interno di questo vasto mondo tuttavia si rischia di perdersi, quindi penso sia importante che ogni donna si prenda del tempo per riflettere e capire a quale punto si trova nella consapevolezza di sé e dei suoi diritti, per poter vivere una vita più libera, felice e realizzata.




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