Tutti vogliono la pace. “La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri”
Esprimere il proprio dissenso contro la guerra è un dovere verso l’umanità

Tutti vogliamo la pace! Oltre a Gaza e Ucraina si stima che, tra guerre civili e insurrezioni armate, siano oltre cento i conflitti minori attualmente in corso nel mondo. Sono detti “minore” solo perché poco conosciuti, ma la guerra agisce sempre con gli stessi schemi.
Hannah Arendt, a metà del secolo scorso scriveva: “La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri”. Un’affermazione che fa riflettere.

Ogni giorno i notiziari ci informano sul teatrino dei potenti della Terra che, tra annunci di incontri risolutivi, sanzioni e minacce non troppo velate, dicono di lavorare per costruire la pace. Ma la pace, nei fatti, non arriva.
Poi ci sono quelli che lavorano veramente per la pace. A cui stanno veramente a cuore le persone, sono accanto a loro nei luoghi dei conflitti, portano aiuto e danno voce a chi la guerra la subisce senza averla scelta. Numerosi sono gli appelli e le denunce dei patriarca di Gerusalemme, dei religiosi e delle associazioni umanitarie, ma la loro voce sembra perdersi nel frastuono dei cannoni.
Anche il lavoro degli inviati di guerra liberi e indipendenti, è di fondamentale importanza per avere informazioni reali delle tragedie che si consumano nei luoghi dei conflitti.
Infine ci siamo noi, comuni cittadini, sempre aggiornati sugli attacchi, il numero delle vittime e sulle dichiarazioni dei potenti. Tutte queste informazioni ci fanno sentire smarriti, addolorati e confusi. Ma, la guerra è lontana e non tocca il nostro quotidiano. E la vita và avanti.
Pensando alle vicissitudini di questo momento storico mi si insinua prepotentemente una domanda: “Io, cittadino di uno stato democratico, che non ho conosciuto la guerra ma vivo in un mondo globalizzato, posso davvero disinteressarmi di ciò che succede fuori dal mio orticello?”
Come singolo posso sentirmi arrabbiato e frustrato per la grande sofferenza e ingiustizia che colpiscono i civili. Allo stesso tempo, però, mi sento impotente di fronte a qualcosa di così grande, che sembra andare oltre la mia possibilità di essere influente per porvi rimedio.
La buona notizia è che non siamo isole.
L’unione di tante persone che esprimono il loro dissenso verso il modo in cui i “potenti della Terra” stanno lavorando per porre fine alla guerra è un’arma potente.
Perché la democrazia vive di consenso.
Numerose sono le iniziative internazionali dei pacifisti che protestano contro l’incapacità di chi è stato delegato in modo democratico a trovare soluzioni efficaci per far nascere la pace.
Anche a Carpi le anime gentili che rifiutano la violenza come metodo di risoluzione dei conflitti hanno organizzato e stanno organizzando eventi per sensibilizzare e far maturare nel cittadino l’idea che esprimere il proprio dissenso contro la guerra, prima ancora di un diritto è un dovere verso l’umanità.
Le iniziative promosse dalle diverse associazioni hanno riscosso una notevole partecipazione. Questo è un chiaro segnale che la sensibilità verso il dovere di dissentire sta crescendo e che le coscienze si stanno formando.
Altri eventi sono in fase di realizzazione, sia a livello locale che nazionale. Uno dei più significativi è la partecipazione alla Marcia della pace Perugia- Assisi, prevista per il 12 Ottobre 2025.
E’ importante unire le forze, perché non c’è pace duratura se non è condivisa con tutto il resto del genere umano.
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