Giovani e spiritualità. Intervista a due giovani

Invio questa intervista al giornale di EroStraniero. Penso sia utile poiché offre una visuale sulle opinioni dei ragazzi cattolici delle superiori che desiderano vivere e condividere il loro percorso spirituale, in dialogo con i loro compagni di classe sia di altre religioni, che non credenti, per dialogare in maniera costruttiva e pacifica. Gli intervistati sono due Giovanissimi di Azione Cattolica, un maschio e una femmina, che hanno preferito rimanere anonimi.
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Ti è mai capitato che a scuola qualcuno commentasse negativamente il frequentare la parrocchia?
-Onestamente non mi è mai capitato, anzi, ti dirò di più: ho dei compagni di classe e amici a scuola che frequentano la parrocchia. Dunque, tutto sommato ne hanno sempre parlato bene. Se dovesse succedere il contrario io ne parlerei sempre bene e spiegherei loro di che si tratta. Probabilmente pensano che la parrocchia sia solo preghiere, rosari e messe e non pensano ad esempio alle attività e iniziative che si fanno, sempre inerenti ad un tema preciso.

-Mi è capitato più volte, soprattutto da quando frequento le scuole superiori, di ricevere commenti o battutine sul fatto che io vada in parrocchia. All’inizio ci rimanevo un po’ male, perché non capivo come qualcosa che per me è così bello e importante dovesse essere motivo di giudizio. Poi ho imparato a non farmi condizionare troppo: la parrocchia è un posto dove mi sento accolta, dove cresco, dove trovo persone che mi vogliono bene e con cui condivido valori in cui credo davvero.
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Ti è mai capitato di voler chiamare in parrocchia dei tuoi compagni? Se si perché? Se no perché?
-Si, mi è capitato e sono anche riuscito a convincerne uno: quest’estate ho parlato a un mio amico del mondo della parrocchia e mi è sembrato interessato. È poi venuto al campo giovanissimi e quando siamo tornati a casa prima di salutarci mi ha detto: “Andre, Il campo è stato stupendo, grazie mille della bellissima esperienza!”.
Spero venga anche agli incontri, però, in ogni caso, sono molto felice che gli sia piaciuto.
-Sì, mi è capitato di voler invitare dei miei compagni in parrocchia, e l’ho anche fatto!
Mi piacerebbe che potessero conoscere l’ambiente, vedere quanto possa essere bello e quanto ti faccia stare bene. Non si tratta solo di momenti di preghiera, ma anche di amicizia, di condivisione, di esperienze che ti aiutano a scoprire chi sei e cosa vuoi diventare. È un luogo dove puoi essere te stesso senza paura di essere giudicato, e penso che tutti dovrebbero venire almeno una volta.
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Ti è mai successo di voler sapere se nel resto della scuola fossero presenti altri Giovanissimi? Come mai?
-Sì, mi è capitato. Mi avrebbe fatto piacere sapere se ci fossero altri Giovanissimi nella mia scuola perché sarebbe bello sentirsi parte di una realtà più grande, non solo del gruppo parrocchiale o diocesano. Sapere che ci sono altri ragazzi che condividono la stessa esperienza di fede e di cammino mi farebbe sentire meno “solo” e più motivato a vivere i valori dell’Azione Cattolica anche a scuola. Nel liceo che frequento ci sono solo un paio di persone che frequentano la mia stessa parrocchia.

-Sì, a volte mi chiedo se in altre classi o in altre scuole ci siano ragazzi che vivono la stessa esperienza di fede che vivo io. Mi piacerebbe tanto conoscerli, perché a volte è difficile trovare coetanei con cui poter parlare liberamente di certe cose, senza sentirsi “strani” o diversi. Sarebbe bello creare una rete di giovani che condividono gli stessi valori e che non si vergognano di dire di credere, soprattutto in un mondo che spesso tende a giudicare o a non capire.
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Ti piacerebbe che ci fossero dei momenti di confronto aperto con e tra i tuoi compagni e con i tuoi amici Giovanissimi, magari trovandosi a scuola o in luoghi pubblici? Di che temi vorresti parlare?
-Sì, mi piacerebbe molto. Sarebbe bello avere momenti di confronto aperto, anche informali, magari dopo la scuola o in qualche posto tranquillo.
Mi piacerebbe parlare di temi che ci toccano davvero, che rispecchiano le fasi dell’adolescenza, come:
– l’amicizia e le relazioni vere;
– la fede nel quotidiano, non solo in parrocchia;
– la scuola e le pressioni che sentiamo;
– l’uso dei social e come restare autentici;
– la solidarietà e l’impegno nel mondo.
-Mi piacerebbe tantissimo che ci fossero momenti di confronto aperto, sia con i miei amici della parrocchia sia con i miei compagni di scuola, magari in ambienti neutri come un’aula, un parco o un centro giovani. Penso che parlare insieme, in modo sereno e senza pregiudizi, possa aiutare tutti a capirsi meglio. Mi piacerebbe discutere di temi come la fede, l’amicizia, i sogni per il futuro, il rispetto reciproco, e anche di come vivere la spiritualità nella vita di tutti i giorni.
3 risposte a “Giovani e spiritualità. Intervista a due giovani”
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Non posso che apprezzare il tutto. Io, ora diversamente giovane,vivo l’esperienza d’incontro dentro e fuori dalla parrocchia (che, per me, è il mondo inteto) e sono sempre meravigliato di quanto e come i giovanissimi possano dare e fare, senza pregiudizi.
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Proprio una bella intervista! Io frequento il gruppo giovani della mia parrocchia e anche moltissimo l’ambiente MSAC, quindi sono tutte domande che capisco e che mi sono sempre fatta (accade tuttora in realtà). Trovo davvero interessante anche la diversità delle risposte, bellissimi spunti di riflessione, e sono contenta che ci sia una persona in più che vuole far emergere i pensieri di noi giovani :))
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Certo Giulia,
bellissimi spunti nella diversità che può arricchire. Un gioco di squadra con ciascuno che offre il suo filo a far tessitura. Mi pare emerga un desiderio, una necessità di ascolto per dare insieme risposte belle e vitali.
Raffaele
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