L’apprendimento e’ favorito dalla relazione
Claudia Vellani ospite in Redazione
La scuola Penny Wirton è piena di sorrisi

Lo scorso 13 gennaio la redazione di EroStraniero ha ospitato Claudia Vellani ex insegnante di Lettere nelle scuole superiori di Modena che dopo il pensionamento opera come insegnante volontaria presso la scuola Penny Wirton di Modena. Vellani è inoltre iscritta al gruppo don Milani di Modena e fa parte del gruppo scuola della Fondazione Don Milani di Firenze.
Nella sua esposizione Vellani ricorda che nella scuola pubblica, in cui ha insegnato per 34 anni,
non si riusciva a seguire adeguatamente studenti con difficoltà. Poi per quattro anni operò con un distacco presso il Ceis di Modena per effettuare progetti in collaborazione con le scuole.
Dopo il pensionamento decise di insegnare italiano come volontaria in un Centro diurno che la Caritas stava aprendo per persone con difficoltà.
Ebbe occasione di visitare una scuola Penny Wirton a S. Cesario e a questa fece seguito la visita alla scuola Penny Wirton di Roma, dove conobbe il fondatore Eraldo Affinati ed Anna Luce. La scuola si caratterizza per l’insegnamento dell’italiano con un rapporto uno a uno: un insegnante per un allievo.
Con l’approvazione del vescovo il modello Penny Wirton fu portato a Modena nella sede in via dei Servi e si è aperto alla città. Solo dal settembre del corrente anno scolastico sono passati dalla scuola 140 persone. La scuola è aperta due mattine e un pomeriggio a settimana.
Un insegnante per ogni allievo consente di partire dalle conoscenze reali della persona. I livelli di scolarizzazione sono molti diversi: arrivano semianalfabeti e laureati che non conoscono l’italiano.

I volontari della scuola Penny Wirton di Modena hanno incontrato Affinati e Luce che hanno dato molte indicazioni. Inoltre utilizzano due libri con indicazioni didattiche. Claudia Vellani insiste su un punto” Abbiamo visto che quando la relazione si intensifica, questo favorisce l’apprendimento. Agli allievi non chiediamo le storie personali; semmai sono loro che parlano occasionalmente delle loro storie. Questa scuola è piena di sorrisi, nonostante le difficoltà.”
Vengono effettuati degli incontri tra volontari per il necessario coordinamento oltre a incontri di formazione. A volte vengono organizzati momenti di festa con gli allievi.
Quando Affinati viene a visitare la scuola preferisce parlare con i ragazzi, stabilendo rapporti umani importanti.
Affinati è l’autore del libro Via dalla pazza classe, dove prende le distanze dalla scuola tradizionale.
La Penny è senza classi, senza voti, senza registri; c’è l’attenzione alla persona.
Ognuno in questa scuola è responsabile dello sguardo dell’altro.
Vellani aggiunge ancora che viene utilizzata la ludo didattica, per esempio con giochi con le parole.
Le lezioni sono di due ore consecutive con uno stacco per una merenda, che però spesso gli allievi rinunciano a fare per continuare un’attività che li interessa.
C’è anche un doposcuola effettuato presso la Città dei ragazzi per studenti medi e delle superiori, per una migliore conoscenza dell’italiano.
Gli insegnanti sono volontari e a volte vengono chiamati quando c’è bisogno di una specifica competenza.
Vellani si sofferma poi ad osservare che i ragazzi che non conoscono l’italiano e in classe non riescono a comprendere nulla, una volta seguiti personalmente fanno progressi significativi.
Il confronto con le classi con molti studenti è impietoso: valga per tutti l’esempio di una insegnante che a fine anno chiese ad una alunna cinese “Ma tu capivi qualcosa delle mie lezioni?”
N.B. Il nome della scuola deriva dal protagonista di un racconto di Silvio D’Arzo, Penny Wirton e sua madre. Il protagonista è un bambino povero e disprezzato che non ha mai conosciuto il padre. Il bambino faticosamente conquisterà la propria dignità grazie all’aiuto del supplente della scuola del villaggio.

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