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Nataliya Ratushna. Dall’Ucraina con la passione della fotografia

Da EroStraniero n. 3/9 del Dicembre 2016

Tra le tante associazioni che trovano posto alla Casa del Volontariato di Via Peruzzi, c’è anche il GRUPPO FOTOGRAFICO GRANDANGOLO. E’ qui che abbiamo incontrato Nataliya Ratushna, ucraina con nazionalità italiana, da diciassette anni nel nostro Paese.

Dove sei nata Nataliya?

Sono nata a Leopoli, grande e bella città, tipicamente mitteleuropea, nel nord-ovest dell’Ucraina.

Come mai hai deciso di trasferirti in Italia?

Diciamo che le condizioni economiche del mio Paese, nel periodo intorno agli anni novanta, erano veramente critiche. E dire che i soldi in tasca non mancavano. Quello che mancava era tutto il resto. Entravi in un negozio e trovavi gli scaffali completamente vuoti. Voi parlate spesso di crisi ma non avete idea di cosa sia veramente la crisi.

Come ci sei arrivata qui?

Una mia amica che mi aveva preceduto, mi ha invitata a raggiungerla a Napoli dove si trovava un po’ di lavoro. E poi di lì in Calabria. Ma, diciamo pure che qui, quello che si guadagnava, era appena sufficiente per sopravvivere. Così mi sono decisa a venire al nord, dove avevo un’altra amica. A Carpi ho trovato subito un lavoro.

Come ti sei avvicinata alla fotografia?

E’ stato un caso: mia madre, quand’ero ancora ragazzina, mi regalò una macchina fotografica acquistata per pochi rubli da uno che se ne voleva disfare. Era una reflex Zenit analogica, con la quale cominciai a fotografare il mondo, cioè di tutto e di più, anche se allora non c’erano , nella mia città, ne scuole né club di fotografia ed io ho dovuto imparare leggendo vecchi libri di tecnica fotografica.

Ma poi quale è stato il tuo percorso fotografico?

Devo dire che la mia prima vera soddisfazione è stata la premiazione in un concorso fotografico quando frequentavo I ‘università. Era una foto in bianco e nero di una vecchia rugosa e fu pubblicata in prima pagina dal più importante quotidiano di Leopoli, il Lvovskaya Pravda. E successivamente ebbi l ‘opportunità di lavorare e pubblicare altre mie fotografie per vari giornali della città.

Quando sei venuta in Italia hai portato con te la tua Zenit?

Certo. Purtroppo, però, ho dovuto prendere atto che qui fare fotografie era molto più oneroso e perciò, per un certo periodo, ho dovuto accantonare la mia passione. Per fortuna è arrivato sul mercato il digitale con nuove possibilità finanziarie, così sono riuscita ad acquistare una Reftex digitale Sony che uso tutt’ora e che mi ha dato grosse soddisfazioni. Dell’Italia mi piace e mi affascina tutto, i luoghi, il cibo, la lingua, le canzoni (i miei preferiti sono stati da subito Celentano, Cutugno, Nec) e, quando sono riuscita a prendere auto e patente, la mia passione è stata quella di andare in giro a fotografare tutto il possibile del vostro Paese. Il mio primo viaggio è stato al monte Cimone, poi per il Passo delle Radici , giù in Toscana fino a Viareggio.

Adesso, qual è il tipo di fotografia che preferisci?

Direi decisamente che fotografare la gente è una delle mie attività preferite, giusto perché è stato il mio primo banco di prova al mio Paese.

Dal punto di vista fotografico ci sono stimoli maggiori in Ucraina o in Italia?

In Italia certamente. Veramente, gli stimoli qui sono tantissimi come tanti sono gli insegnamenti che apprendo frequentando il Circolo Fotografico Grandangolo dove si impara a fotografare a tema e a confrontarsi con altri amanti della fotografia. In realtà, ci ho messo molti anni per decidermi a entrare nel circolo. Temevo di non essere all’altezza e di trovare qualche tipo di ostilità in quanto straniera, ma poi, alla prova dei fatti tutto è andato bene, anzi direi benissimo.

Con la tua fotografia cosa vuoi trasmettere?

Prima non lo sapevo ma ora lo so benissimo. Il mio ultimo lavoro è imperniato sulla rappresentazione delle difficoltà che incontrano le ragazze dell ‘Est venendo in Italia senza sapere nulla di quello che incontreranno.

Hai partecipato recentemente a mostre fotografiche?

Certo, intanto questo mio ultimo lavoro l’ho esposto, proprio in queste settimane, a Leopoli. Inoltre, nell’ambito delle attività promosse dal circolo Grandangolo, ho esposto a Correggio, nell’auditorium di San Rocco, due mostre di cui una su Chernobil e una sul volontariato a Sestri Levante, a Sassoferrato, a Colorno, alla libreria La Fenice.

Ciao Nataliya, arrivederci.

Ciao a voi e grazie, è stato un piacere.

Sara Cavazzoni

Giovane in Servizio Civile Volontario al Mantello

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